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Week-end di alta-formazione

RACCONTO DA UNA PARTECIPANTE di Giulia Finot

La formazione è fondamentale per qualsiasi animatore che decida di accompagnare un adolescente lungo il suo cammino di crescita. E’ per questo motivo che ho deciso di partecipare al weekend organizzato dalla pastorale giovanile, per aggiungere un tassello al mio percorso e sentirmi più completa. Rimanere due giorni insieme ci ha permesso di inserirci nell’ambiente gradualmente, senza fretta, ognuno con i propri tempi prendendo consapevolezza della ragione per cui eravamo lì, così da apprezzare tutte le attività proposte. La testimonianza di Tullio, maratoneta non vedente, è stata quella più toccante dal punto di vista emotivo: quante ricchezze scopriamo di possedere quando vediamo qualcuno che, nonostante la vita gli abbia tolto qualcosa, riesce ad apprezzare tutto il bello che essa offre. L’accompagnamento, però, è anche spirituale ed è proprio in questa dimensione che ci siamo sentiti stimolati. Interessante è stata la modalità di lavoro proposta da Don Martino, che ha reso noi protagonisti alla scoperta della Bibbia e delle quattro arti di Gesù; probabilmente, se non fossimo stati coinvolti in prima persona, non ci saremmo impegnati in maniera così partecipativa, determinando un clima favorevole allo scambio di idee e opinioni.

La giornata della domenica si è rivelata indispensabile per acquisire più consapevolezza del nostro ruolo di educatori e animatori. Grazie alla dott.ssa Burigana abbiamo preso in considerazione la figura dell’adolescente di oggi anche in rapporto con i giovani delle generazioni passate. Ci siamo accorti, però, che i bisogni (di tipo estetico piuttosto che di appartenenza al gruppo) risultano essere sempre i medesimi: a cambiare sono le modalità e la manifestazione da parte del ragazzo. Abbiamo poi evidenziato come accompagnare voglia dire anche solo esserci, sospendendo quel giudizio che è innato nell’essere umano, che ci induce a criticare senza immedesimarci nell’altro: spesso, dietro a manifestazioni evidenti di malessere o di ribellione c’è solo un semplice bisogno di ascolto. Dell’incontro con Alex Coden, accompagnatore spirituale, sono rimaste impresse le due immagini proposte a conclusione della giornata. Ci è stata offerta una cipolla come metafora della vita adolescenziale: come questa verdura ha bisogno di essere pian piano privata degli strati esterni per essere utilizzata, così anche il giovane adulto richiede tempo e pazienza per mostrare la sua interiorità, la sua parte più intima, sconosciuta ai più e nascosta da un involucro esterno di apparenze. La seconda figura che è stata citata è l’icona dell’Amicizia, ovvero Il Cristo e l’abate Mena: quest’ultimo soffre di strabismo, ma con l’altro occhio è chiamato a seguire il Maestro lungo il suo cammino di vita e ad affidarsi a Lui, senza timore, certo che Egli veglierà in lui e condividerà momenti di difficoltà, ma anche di felicità. Le aspettative sono state di gran lunga soddisfatte, sono tornata a casa con la consapevolezza di poter fornire qualche risposta più motivata ai ragazzi che si presenteranno in futuro ai campi estivi, a scuola o in una qualsiasi occasione d’incontro. Noi animatori rappresentiamo per loro un punto di riferimento, cui porre i ‘grandi interrogativi’ propri di quell’età che, spesso, non trovano altro spazio per essere discussi. Grazie a questo weekend ho capito come essere ‘casa’ per l’altro, condividendo domande e risposte di quel breve percorso chiamato vita.



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